Brain in Italy: il valore economico della creatività e dell`identità italiana
L’Italia può contare su una risorsa unica: l’immateria prima, fatta dall’identità italiana attraverso cui esprime la propria creatività, che investe l’intero processo industriale. Tali caratteristiche sono tangibili, e pertanto possono essere considerati, a tutti gli effetti, un fattore produttivo. La cornice a tale immaterialità è un tessuto imprenditoriale, come quello italiano, costituito prevalentemente da piccole e medie imprese, la cui presenza si esprime attraverso i distretti industriali: il loro vantaggio competitivo è dato dalla capacità di saldare il progetto con il prodotto, contribuendo in misura notevole alla crescita economica.
Il punto è che, ora più che mai, occorre fare uno sforzo per attivare quegli strumenti volti a tutelare il made in Italy nei confronti dei mercati globali. L’Italia sa produrre cose uniche e questo è un dato di fatto, come anche quello che forse tale creatività venga maggiormente apprezzata all’estero che in casa.
Il successo delle eccellenze made in Italy sul mercato internazionale è rappresentato dai settori manifatturieri delle 4A: Automazione, Abbigliamento, Arredocasa, Alimentare. Questo a dimostrazione che l’export in Italia vince, ma ogni giorno si trova a dover fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita: la battaglia potrà essere vinta sui mercati globali, solo attraverso una maggiore implementazione della capacità di comunicare l’eccellenza italiana nel mondo.
Il Censis, in uno studio del 2012, intitolato “La ricchezza della bellezza”, ha stimato che la bellezza pesa sulla produzione di ricchezza in Italia per circa il 5,4 %, avendo un valore aggiunto pari a 74,2 miliardi di euro. Tale valore, dal 2000 al 2010, è diminuito, a dimostrazione che l’Italia non ha considerato strategico investire nella capacità di creare ricchezza. Per questo la creatività italiana deve essere promossa e tutelata come elemento distintivo del Bel Paese ed “ è importante individuare l’identità italiana nelle prassi aziendali, cercando di rendere tangibile quello che non lo è.
In tale contesto si inserisce il progetto di brain IN Italy, ad opera di Franco Barin,ed è “un nuovo modo di considerare gli aspetti che vanno oltre la tangibilità del prodotto, inserendoli allo stesso tempo in un contesto di visibilità che gioca a tutto favore del sistema economico italiano nel suo complesso”. Tale progetto ha preso copro anche in un libro “Brain In Italy”, edito da GueriniNext.
“Con brain IN italy-, sottolinea il suo fondatore- ho voluto creare una metodologia di identificazione per dare consistenza alla creatività e valorizzare l’italianità, tramite un’attenta ed accurata analisi del sistema azienda ovvero il modo in cui opera e produce, le scelte strategiche, le risorse umane che generano sapere, l’innovazione, l’etica e l’ambiente.Per rendere consapevoli le aziende di essere “contenitori di saperi” in cui si fondono gli aspetti creativi e quelli produttivi che il mondo riconosce nei nomi italiani. Per fornire al sistema economico uno strumento che, affiancandosi a forme più fisiche di controllo del prodotto, vada a tutelare quella parte del sistema che non ha tutela: la creatività, la capacità dell’azienda di riprodurla stabilmente, la sua immaterialità, il legame che esiste con il nome dell’azienda. brain IN italy nasce per dare valore concreto alla tracciabilità delle idee, delle tecnologie, dei saperi italiani.